PROGRAMMA-MANIFESTO ARTISTICO

arte nella filosofia della decrescita

Punti e appunti flessibili in espansione

Ultima versione del 19 luglio 2022

  1. L’operare artistico è un apporto alla costruzione della società.

Ma quali sono le sue premesse?

In primo luogo liberarsi dall’ideologia competitiva ed economicista della società attuale che annulla la specificità della dimensione umana e portare l’essere umano alla scoperta della sua autenticità:

  • la singola esistenza come universo condivisibile
  • la persona intesa come : emozioni, esperienze, spiritualità (laica), nella vita intesa come percorso nel tempo
  1. L’opera artistica non deve necessariamente essere intesa come prodotto personale, di un singolo. Non nega il prodotto individuale, ma non lo privilegia. Il fine è l’intervento di chi lo attua. Di conseguenza: si opera come singolo o in team. Il lavoro di squadra potenzia il risultato in quanto scaturisce da un insieme di forze diverse e convergenti.
  2. L’opera non deve inseguire la primogenitura: già visto? Bene. Già fatto? Bene. La proposta va inserita all’interno di un percorso e di un contesto. Questo ne garantisce l’originalità.
  3. Cosa si intende per “opera artistica”? Si intende la “proposta” dell’autore, ovvero un “intervento” di cui l’aspetto materiale ne rappresenta una parte.

L’elaborazione di un manufatto non è il fine dell’operazione artistica: l’oggetto materiale può essere parte dell’opera artistica. Come succedeva con i ready made di Duchamp, nella Land Art, nelle Performance e in gran parte delle tendenze contemporanee.

La “proposta artistica”, quindi, sarà un intervento di cui l’oggetto materiale farà parte. L’oggetto non necessariamente sarà realizzato dal singolo o dal gruppo: potrà trattarsi di un “prelievo” naturale o dall’appropriazione di un “qualcosa” eseguito da altri, ovviamente nel pieno rispetto delle norme sui diritti d’autore.

  1. Il prodotto privilegerà il linguaggio visuale veicolato con qualsiasi strumento.
  2. Il prodotto non insegue il riscontro estetico/visivo, ma l’efficacia dell’intervento
  3. Non lavorare per colpire chi produce o vive di ideologie perverse, ma le ideologie e i disvalori che le reggono
  4. Non lavorare solo per colpire i disvalori, ma soprattutto per amplificare i valori e il senso dell’esistenza.