Nella primavera del 2015 l’associazione culturale La Pulperia ha organizzato la prima edizione del festival Anthropica. In quell’occasione, lungo la restera del fiume Sile, è stato dipinto, a più mani, un lungo murale che doveva rappresentare il fiume Sile. Ho dato il mio contributo inserendo nell’opera delle sagome bianche che rappresentano le persone che nel corso degli anni hanno calpestato quel percorso: si trovano sulla soglia tra il mondo fittizio del dipinto e il mondo reale della restera. Noi le guardiamo mentre passano (o mentre passavano?) in una sorta di continuità temporale.
Le sagome sono state tratte da fotografie degli anni ’40, ’50 e dei giorni nostri: persone appartenenti a tempi diversi.
Una sola figura non sta semplicemente camminando: una donna si gira e ci guarda negli occhi. Il suo sguardo è il tramite tra il mondo rappresentato e il mondo reale, lo spazio che ci appartiene.
Un riferimento alla pittura rinascimentale, quando veniva introdotto un personaggio che faceva da “tramite” e portava lo spettatore nella storia. Non nego che mentre lavoravo pensavo alla Madonna della Trinità di Masaccio a Santa Maria Novella. Per completare l’omaggio al Rinascimento, il rettangolo che incornicia a mezzo busto la figura, rispetta la proporzione aurea.
Alcuni anni dopo ho casualmente scoperto che il dipinto era protagonista in una bellissima foto realizzata da Maurizio Marzaro. Quello che mi ha fatto più piacere, oltre all’aspetto fruitivo dell’immagine, è stato il titolo: “La soglia della realtà lungo la Restera”. La comunicazione aveva funzionato a meraviglia. E il fotografo si era spinto oltre, rappresentando i due mondi in uno scatto.
Maurizio Marzaro è un fotografo con una sensibilità unica e una comunicazione immediata. E’ anche un ottimo chitarrista jazz. Proveniamo da esperienze molto diverse, ma abbiamo trovato la sintonia in un immagine…
Il murale non esiste più: il muro è stato abbattuto nel 2018.