Ho sempre vissuto a Treviso, città in cui sono nato il 6 ottobre del 1952 in vicolo Filippini, al numero 7. Oggi, la porta d’entrata, non c’è più. E’ stata murata.
Mi sono diplomato nel 1970 all’Istituto Statale d’Arte di Campo Carmini, a Venezia.
Dal ’70 al ’75
Dal ’70 al ’71 ho frequentato il corso di scultura all’Accademia di Belle Arti di Venezia. Era un periodo confuso e non riuscivo a produrre, Di quel periodo ricordo Carlo Rossi, che nello stanzone adiacente lavorava instancabilmente l’argilla sotto gli occhi attenti di Alberto Viani. Ricordo anche di aver realizzato un solo lavoro, una creatura onirica realizzata in argilla. Mostruosa e interessante.L’ho lasciata lì, nell’aula, e ho abbandonato il corso di scultura. Anni dopo mi è stato raccontato che Viani ha cercato per molto tempo l’autore di quel lavoro. Non so se è vero.
L’anno successivo mi sono iscritto al corso di scenografia, e mi diplomai nel ’75.
Furono quattro anni intensi e decisivi durante i quali ho frequentato anche i corsi di Scenotecnica con Antonio Orlandini e di Storia del Cinema. Nella sede del Teatro all’Avogaria alla sera frequentavo il corso di Regia Teatrale diretto da Giovanni Poli.
L’esperienza più pregnante e decisiva di quelli anni è stata l’elaborazione della tesi di Storia dell’Arte. Fu bevendo un aperitivo al bar con Ernesto Francalanci, che accettai la proposta del nostro docente di affrontare un percorso di ricerca su “Nove Tendencije” e le avanguardie jugoslave. Durante l’elaborazione della tesi ebbi la fortuna di incontrare Alberto Biasi del Gruppo N di Padova e così ho avuto modo di entrare in profondità nella complessità del mondo artistico da poco passato. In particolare le esperienze di arte Neoconcreta, Cinetica e Programmata mi segnavano.
I miei cinque anni d’Accademia, dal ’70 al ’75, sono stati intensi d’incontri e di tante discussioni, ma anche di produzione e ricerca.
Fu nel ’75, anno del diploma, che tutti i ragionamenti di quegli anni arrivavano all’apice e si focalizzavano in una posizione radicale che mi ha portato alla negazione di ogni possibilità di proposta artistica autonoma. Così non feci più nulla per molti anni.
Dal ’75 al 2007
Qualcuno dirà che tra la fine degli anni’70 e i primi anni ’80 ero un “acquarellista”. In effetti in quel periodo mi divertivo a disegnare e ad usare gli acquarelli. Mi rilassava, mi appagava, ma soprattutto mi piaceva. Ma non ho mai pensato di aver ripreso una produzione “artistica”, Mi piaceva e basta.
Dall’ottanta al 2014 ho fatto l’insegnante. Per quasi trent’anni nella scuola media ad insegnare, come docente di Educazione Artistica, gli elementi del linguaggio visivo e le possibilità di articolazione secondo regole prestabilite. Le esperienze di tanti anni prima si concretizzavano nel mio ruolo di insegnante. All’elaborazione dei miei piani di lavoro contribuiva, non poco, anche la conoscenza di Tonino Casula e del suo lavoro, soprattutto i suoi scritti sulla percezione visiva e la semiologia..
Dal 2007 a oggi
Nel 2007 ho iniziato a insegnare Storia dell’Arte al Liceo delle Scienze Umane di Montebelluna. Sono gli anni in cui comincio a vedere il mondo dell’arte e le possibilità della produzione artistica in modo diverso. Insomma, vedo della luce in fondo al tunnel.
Forse è stato il riprendere il discorso con il senso dell’arte nel corso dei secoli che mi ha portato ad elaborare un pensiero diverso.
Nel 2009 inizia la mia esperienza al Liceo Scientifico di Treviso dove, oltre alla Storia dell’Arte, insegnerò anche disegno, inteso come “Disegno Geometrico”.
Una materia che mi stimola perchè, se non viene intesa come freddo insieme di metodi di rappresentazione grafica già definiti e codificati, è un vero e proprio mondo dove ci si può interrogare sulla realtà visibile e la sua percezione oculare e mentale, ma anche la sua rappresentabilità, i significati e le relazioni con altri ambiti. Più che un “mondo” di possibilità, un “universo”. La vecchia lezione ricevuta tanti anni fa ritornava…
Nel 2014 ho terminato l’attività di insegnante e ho iniziato a concretizzare idee e pensieri degli ultimi anni.
E’ necessario capire, capirci ed essere chiari. Formalizzare una linea di pensiero forse è un eccesso, forse scrivere un “manifesto” è cosa vecchia. Non mi curo di questo e scrivo il mio “Programma-Manifesto”. E’ il 2015, ma è sempre in continua elaborazione, un voluto “non finito”. Penso sia giusto così.
Sempre nel 2015 propongo ad alcuni amici di creare il gruppo “Anonima Cartoni”.
ESPOSIZIONI
Le “esposizioni”, quelle che vengono anche chiamate “mostre”, normalmente hanno delle finalità che sono opposte ai miei obiettivi.
Dal ’70 al ’75, pur non avendo ancora formalizzato una posizione precisa rispetto alle “mostre d’arte”, ho partecipato solo a degli eventi che perseguivano delle finalità concrete o si ponevano come momenti chiaramente propositivi.
Di questi ricordo le mostre finalizzate a supportare temi sociali:
- la mostra di Soccorso Rosso a Ca’ dei Ricchi, giugno dell’”anno di disgrazia”* 1973 (*così definito da Franco Battacchi Jr nel depliant di presentazione);
- “L’omaggio dell’arte all’infanzia senza sorriso” a Treviso nel ’75.
Poi le esposizioni “non allineate”:
- nel ’73 organizzo la “Mostra libera” nella pubblica via in centro a Treviso in cui tutti erano liberi di esporre, vendere le proprie opere o meno, senza spese e gerarchie;
- la “Seconda Mostra libera” nel ’74;
Negli ultimi anni dell’insegnamento ho fatto parte, con Toni Buso, del gruppo “Artisti della CGIL Scuola di Treviso” con il quale ho partecipato a tutti i momenti di attività nel corso degli anni: in piazza a dipingere superfici enormi durante le manifestazioni e i “flash-mob”, a preparare cartelloni, striscioni, volantini “artistici”, strutture, costumi e tante proposte visive…
Nel 2015 partecipazione al Festival Culturale ANTHROPICA realizzato dall’Associazione Culturale La Pulperia con un apporto ad un murales.
Nel 2016 l’evento “LOVE”, tenuto presso una casa rurale disabitata di Povegliano (TV) nel pomeriggio del 18 luglio. Qui è stata presentata l’opera “LOVE”, a cui si rimanda nella sezione OPERE, e una serie di lavori connessi tra loro e con l’opera centrale LOVE dallo stesso filo conduttore: i valori e il senso dell’esistenza.